venerdì 16 novembre 2012

Leggendo di Storie di Montagna

Capita spesso che mi chiedano che lavoro faccio. Dopo un piccolo sorriso e un attimo di imbarazzo rispondo che sono una lavoratrice atipica e tra i tanti lavori che faccio, mi occupo di educazione ambientale.
Alcuni si limitano a dire: Ahh!! bello!. Giusto perchè non hanno la più pallida idea di cosa voglia dire.
Altri pieni di un entusiasmo ricco di stereotipi ecologistici saltano fuori con: Ah!! Bello porti i bambini in gita!! E gli insegni a non sporcare il bosco e riciclare i rifiuti!!
Eh si!! rispondo con un sorriso sperando che non si legga sul mio viso quel senso di sconforto che mi assale ogni volta.

E' vero che nemmeno i miei genitori hanno ancora capito cosa faccio di lavoro. E credo che le mie figlie dicano che la mamma insegna...e va in gita con i bambini.

Tutto sommano le bimbe non hanno tutti i torti: insegno e vado in gita.
E' difficile da spiegare a chi non vive il  lavoro di Guida Ambientale. L'educazione ambientale non è solo ricordare i principi di un senso civico oramai accantonato in un cassonetto di plastica da riciclare. Le gite non sono solo divertimento. 
E' un lavoro meraviglioso, a contatto con la gente, con i bambini, con la natura, ma purtroppo poco capito.
Siamo professionisti ma chissà perché chi lavora in natura e con la natura dovrebbe secondo uno strano senso del business fare tutto gratis.
Per questo pochi resistono. Molti lo fanno per pochi anni e pochi cercano un "Vero Lavoro". Solo chi ha passione continua. 
Come il mio amico Franco. Lui questo lavoro lo fa con amore. E lo si capisce da come ne parla.

Quando esci con un gruppo devi essere in grado di capire chi hai davanti, quali sono i loro limiti, i loro tempi  e le dinamiche relazionali che ci sono. Se uno si intoppa tutto il gruppo ne risente. Franco lo sa. 
Sa anche che devi essere sempre pronto alle emergenze, anche banalmente di tipo logistico, perché  hai sempre tutti gli occhi addosso quando esci con i bambini. E le prime ostilità arrivano sempre dalle insegnati che sono le prime che vorrebbero stare a scuola al tranquillo di quattro mura.
Non ti devi spaventare degli imprevisti, ma li devi usare come nuovi stimoli per gestire la giornata al meglio. E' così che un rifugio chiuso può causare scompiglio, ma scoprire poi che era perché è nato un vitellino, ti cambia tutta la giornata. E la gita. 
Se prima volevi parlare di zoologia, botanica o geologia, ora...chissenefrega...c'è un vitellino. E si cambia tutto.
Il riscontro che abbiamo del nostro lavoro, non sono i soldi, ma i bambini che a distanza di anni si ricordano di te, o a fine giornata ti prendono la mano e ti dicono: è stata la giornata più bella di tutta la mia vita!!

Ogni gita è diversa perché hai gente diversa e situazioni diverse.
E' questo il bello del nostro lavoro. Ma devi anche saperlo fare con passione e professionalità, perché solo così si riesce a passere un messaggio.  Che è uno solo: vivi con rispetto.

Se volete conoscere Franco, potete leggere il suo libro "Montagna di Storie" o guardare il suo sito e vedere quante altre cose si possono fare in natura.
Starò invecchiando ma leggendo il libro mi sono commossa, perché mi sono rivista io al suo posto e finalmente mi sono sentita compresa: qualcuno che ha capito cosa faccio di lavoro!!

Se siete interessati:

Franco Formica
Montagna di Storie
Macchione Editore
15,00 euro

2 commenti:

  1. "Ah porti i bambini in gita"
    Mi pare di averla sentita anch'io, questa frase...

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    1. faccio fare anche la pipi dietro le piante..che è molto divertente

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